Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese
Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese

Spiralis Mirabilis Magazine

武術與中國文化 - Arti marziali e cultura tradizionale cinese

24 dicembre 1223 - Primo presepio della storia

Presepe - Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese

Pagina pubblicata in data 24 dicembre 2024
Aggiornato il 24 dicembre 2025

In evidenza

Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese

Acquista il libro dedicato al senso sulla pratica del Taiji Quan Una tamerice in attesa della sua primavera.

Copertina - Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese

Scarica il nuovo numero di Spiralis Mirabilis, la rivista 100% gratuita dedicata al Taiji Quan ed al Qi Gong clicca qui.

Il 內業 neìyè enfatizza il tema della "pace" come risultato della coltivazione interiore. Questo testo è nato nel tardo periodo degli Stati Combattenti, un periodo segnato da guerre e violenze.

Per l'anonimo autore (o anonimi autori) di questo testo la "guerra" e la "violenza" sono una sorta di condizione normale. Il pensiero deve assumersi di misurarsi con il conflitto e la violenza, di dominare il disordine sotto il Cielo, di ricostruire l'armonia.
Un'armonia che si costituisce muovendo dal conflitto e che si consegue attraversando e oltrepassando il conflitto.

Nel libro si indica che pace e tranquillità sono le condizioni per accumulare il la "possanza", la "virtù interiore", nella quale corpo e mente sono "pacificati e allineati".

Salvatore Quasimodo nei versi della sua poesia Natale scrive:
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno:
[...]
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.

Le figure di legno sono le statuine del presepe. Presepe simbolo di pace, di luce che sconfigge le tenebre (il bene che vince sul male), la "stella cometa" che illumina la notte.

Il presepe è, oggi, simbolo di integrazione e di accoglienza e di apertura verso l'altro.

Condizioni che possono esistere se prima di tutto non troviamo la pace e la quiete dentro di noi come indicato dall'autore del Neiye.

Il presepe è innegabilmente un simbolo della cultura occidentale, più nello specifico della cultura cristiana. Non ha, ovviamente, collegamenti con la cultura tradizionale cinese.

Ho voluto inserire l’anniversario della sua "istituzione" all’interno del calendario delle giornate mondiali e degli eventi di Spiralis Mirabilis, per lo stesso motivo per cui la rivista che ho fondato riporta un titolo latino e non un nome che richiami la cultura tradizionale cinese o le arti marziali tradizionali cinesi.

Sono nato a Venezia. Sono stato cresciuto nei valori cristiani e, più in generale, nella cultura della società italiana ed europea.

Per quanto io possa studiare la cultura tradizionale cinese, respirarLa e nutrirmi di essa, non potrò mai comprenderla appieno e farla mia come una persona nata in Cina.

Qualsiasi elemento della cultura tradizionale cinese che ho incontrato in passato e che incontrerò in futuro sarà: sempre filtrato dalla mia cultura occidentale.

Acculturazione

Lo ha spiegato in modo molto chiaro il cosiddetto modello di acculturazione (una teoria psicosociale che descrive come le persone si adattano a una nuova cultura), sviluppato da John Berry.

Psicologo canadese di fama internazionale Berry propone quattro possibili scelte che possiamo compiere nei confronti di una cultura a noi estranea. Quella che mi riguarda è quella che Berry definisce "integrazione".

Per lo psicologo canadese "integrazione" significa il mantenimento della cultura originaria combinato con relazioni strette con la cultura "dominante", portando a un biculturalismo adattivo.

Le quattro principali strategie che possiamo mettere in atto sono:
Integrazione: mantiene le proprie tradizioni culturali e partecipa positivamente alla cultura ospitante.
Assimilazione: abbandona in gran parte la cultura d’origine per adottare completamente quella ospitante.
Separazione: mantiene forte legame con la cultura d’origine e mantiene poche interazioni con la cultura ospitante.
Marginalità: perdita o perdita di significato sia della cultura d’origine sia di quella ospitante, senza una chiara identificazione.

Già arrivare al livello integrazione sarebbe uno straordinario successo per una persona che pratica di arti marziali.

Per riuscirci, però bisogna essere capaci di conoscere la propria cultura di appartenenza. Il motivo? Semplice. Gli occhi di una persona occidentale guarderanno alla cultura cinese, volente o nolente, sempre attraverso la cultura di cui la persona si è nutrita.

Apprezzo la cultura tradizionale cinese. Il mio amore per questa cultura mi ha portato a incontrare mia moglie e a far vivere con me la sua famiglia. Vivo la Cina praticamente ogni giorno a casa. Mangio più cibo cinese che italiano. Nonostante i tanti anni di studio, di letture, se affermassi di averla compresa e fatta mia commetterei un atto di presunzione.

Ecco perché, ad esempio, il nome Spiralis Mirabilis per questa rivista.

San Francesco e il presepe

Il 2026 sarà l’anno di San Francesco. La notte tra il 3 ottobre e il 4 ottobre del 2026 ricorreranno 800 anni dalla morte del poverello di Assisi. Una figura importante per la cultura italiana. Una figura a cui sono profondamente legato, visto che i miei genitori hanno scelto di darmi il nome Francesco in suo onore.

La figura di San Francesco è legata al presepe. A lui, infatti, si deve la prima "messa in scena" dal vivo del presepe, che allestì a Greccio, nella Valle Reatina. Il 24 dicembre del 1223 Francesco, reduce da poco tempo dal suo viaggio in Terra Santa, volle ricreare la scena della Natività per avvicinare i fedeli alla spiritualità del Natale. Scelse una grotta che gli ricordava il paesaggio di Betlemme, vi posizionò una mangiatoia con della paglia, un bue e un asino. L’essenza del messaggio era chiara: una rappresentazione semplice e commovente per far comprendere a tutti, soprattutto agli umili e agli analfabeti, il significato profondo della nascita di Cristo.

Il primo presepe con delle statuine arrivò pochi decenni dopo. Nel 1283 Arnolfo di Cambio scolpì otto figure lignee conservate tuttora nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.

A partire dal Trecento la tradizione del presepe si intensificò, sostenuta in particolar modo dai francescani e dal Concilio di Trento (1545-1563), che la promosse per ravvivare la devozione popolare. Con il tempo il presepe uscì dalla chiesa per entrare nelle case delle famiglie nobili. A Napoli questo fenomeno fiorì particolarmente: le famiglie aristocratiche gareggiavano nell’esibire il presepe più sfarzoso, commissionando a scultori e artigiani statuine raffinate e ambientazioni spettacolari. Qui nasce la tradizione del presepe napoletano. È solo tra il Settecento e l’Ottocento che il presepe si diffuse nelle classi popolari. Iniziò a essere realizzato con materiali umili come legno e terracotta, adattandosi a contesti locali e iniziando a essere tramandato di generazione in generazione, divenendo collante dei legami familiari.

Papa Francesco, nella sua lettera Admirabile Signum, ha esaltato il presepe come simbolo vivo del Natale. Nella lettera scrive: "Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. [...] Esso manifesta la tenerezza di Dio, che si abbassa alla nostra piccolezza, offrendoci un fratello in Gesù che ci cerca quando siamo smarriti. [...] Il presepe include pastori, mendicanti e figure quotidiane – persino "estranei" come i Magi – per mostrare che c’è spazio per ogni umanità, dai deboli ai potenti."

I Magi sono raffigurati spesso come un giovane, un adulto e un anziano, simboleggiando le tre fasi della vita umana e l'universalità del Salvatore per ogni età.

Provengono dai tre continenti noti al momento della codificazione del presepe, Europa, Asia e Africa. Incarnando la diversità culturale e l'unione dell’umanità. La loro processione dinamica all’interno del presepe, spesso spostata progressivamente verso la grotta, rappresenta il cammino interiore dell'uomo alla ricerca di Dio, guidato dalla stella della fede e della speranza. Essi simboleggiano saggezza, coraggio nella ricerca e apertura all’alterità culturale.

A proposito... nella Bibbia non c'è scritto che erano tre, ma si parla di alcuni, né che fossero dei re.

Il presepe rappresenta un messaggio che, attraverso 800 anni, si è evoluto senza perdere il suo significato. Come ben illustrato nel volume L’invenzione della tradizione, le consuetudini autentiche fungono da "motore e volano" per l’innovazione, non escludendola a priori.

Le consuetudini autentiche possiedono "forza e adattabilità" perché combinano flessibilità sostanziale e aderenza formale alla loro origine, evolvendosi organicamente nel tempo senza irrigidirsi in rituali fissi. Questa vitalità le distingue dalle tradizioni inventate, che impongono immutabilità per scopi ideologici. L’adattabilità implica che queste consuetudini si modificano di fronte a nuove esigenze pratiche, resistendo all’inerzia solo quel tanto che basta per preservare la continuità senza perdere rilevanza sociale.

Ecco allora che oggi il presepe è simbolo di integrazione, di inclusione, di molteplici culture che riconoscono il messaggio di pace che rappresenta. Il presepe è un richiamo all’umiltà contro la sopraffazione quotidiana, alla forza della debolezza (come disse il cardinal Martini), alla tenerezza che supera l’egocentrismo. La Sacra Famiglia è il cuore di questo messaggio di pace: Maria, ragazza madre, Giuseppe che accoglie il mistero per amore (come ricorda il titolo del libro "Per amore solo per amore" di Pasquale Festa Campanile), rendendo il presepe icona di una famiglia "non tradizionale" (se guardiamo al contesto storico a cui si rifà), ma si tratta di una famiglia accogliente.

Ricordo che Maria aveva circa 15 anni o poco più quando era incinta (oggi che si direbbe di un ragazza di 15 anni che aspetta un bambino da uno sconosciuto?).

Giuseppe, 30 - 35 anni, sceglie di sposarla (un giorno) nonostante la sua situazione.
Consideare la sacra famiglia una famiglia "tradizionale" nel senso come lo si intende oggi, diventa complesso.

La stragrande maggioranza delle persone che praticano arti marziali tradizionali cinesi acquisiscono qualche concetto qua e là di cultura cinese (pensiamo solo alla non conoscenza neanche delle parole di base in lingua cinese delle tecniche).

Quante persone usano il Taijitu con la consapevolezza di cosa è veramente? Quante persone cha praticano comprendono veramente il Daoismo?

Oggi il presepe è un simbolo della cultura occidentale. Un simbolo di pace e speranza e farlo proprio non significa essere religiosi e andare in chiesa. Come, allo stesso modo, indossare un karateji giapponese con il simbolo dello Yin e dello Yang non fa divenire cinesi.

Il presepe si contrappone al "male ordinario" che avanza nella nostra società, come il Nulla che distrugge il regno di Fantàsia. Il presepe è un simbolo che invita a scegliere la luce della giustizia e della pace. "La luce venne nel mondo, ma le tenebre non l’hanno accolta" (Gv 1,5) e "per risplendere su quelli che giacciono in tenebre ed in ombra di morte" (Lc 1,79).

Il mio più sincero augurio che la luce (qualsiasi essa sia) vi guidi su un cammino di pace.

Metti in pratica la vera conoscenza
實踐真知
shíjiàn zhēnzhī

Francesco Russo

NOTE SULLA TRASCRIZIONE FONETICA
Le parole in lingua cinese quando appaiono per la prima volta sono riportate in cinese tradizionale con la traslitterazione fonetica. A partire dalla seconda volta, la parola è riportata con il solo pinyin senza indicazioni degli accenti per favorire una maggiore fluidità della lettura dei testi.

BREVE PROFILO DELL'AUTORE
Francesco Russo, consulente di marketing, è specializzato in consulenze in materia di "economia della distrazione".

Nato e cresciuto a Venezia oggi vive in Riviera del Brenta. Ha praticato per molti anni kick boxing raggiungendo il grado di "cintura blu". Dopo delle brevi esperienze nel mondo del karate e del gong fu, ha iniziato a praticare Taiji Quan (太極拳tàijí quán).

Dopo alcuni anni di studio dello stile Yang (楊式yáng shì) ha scelto di studiare lo stile Chen (陳式chén shì).

Oggi studia, pratica e insegna il Taiji Quan stile Chen (陳式太極拳Chén shì tàijí quán), il Qi Gong (氣功Qì gōng) e il DaoYin (導引dǎoyǐn) nella propria scuola di arti marziali tradizionali cinesi Drago Azzurro.

Per comprendere meglio l'arte marziale del Taiji Quan (太極拳tàijí quán) si è dedicato allo studio della lingua cinese (mandarino tradizionale) e dell'arte della calligrafia.

Nel 2021 decide di dare vita alla rivista Spiralis Mirabilis, una rivista dedicata al Taiji Quan (太極拳tàijí quán), al Qi Gong (氣功Qì gōng) e alle arti marziali cinesi in generale, che fosse totalmente indipendente da qualsiasi scuola di arti marziali, con lo scopo di dare vita ad uno strumento di divulgazione della cultura delle arti marziali cinesi.

Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese

La rivista

ISCRIVITI A MANI COME NUVOLE - LA NOSTRA NEWSLETTER

Clicca qui

I nostri libri

Eventi e seminari di studio

Le nostre rubriche

Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese
Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese
Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese
Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese
Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese

Libri e film

Cultura e storia

Interviste

Pronuncia

Scuole

一口氣。一種武術。一個世界。
Yī kǒuqì. Yīzhǒng wǔshù. Yīgè shìjiè.

—— 龍小五

Un solo respiro. Una sola arte marziale. Un solo mondo.
—— 龍小五

Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese

CONTATTI
Spiralis Mirabilis

武術與中國文化 - Arti marziali e cultura tradizionale cinese
Centralino: +393515550381
E-mail: magazine@spiralismirabilis.it

Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese Spiralis Mirabilis Magazine - Arti marziali e cultura tradizionale cinese

Ⓒ2021 - | Progetto realizzato da BrioWeb C.F. e P.IVA 03853870271 | Informativa sulla privacy e sui cookie